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Una famiglia vive in auto da 4 anni a Palermo

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  1. NPA FORUM
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    Una famiglia vive in auto da 4 anni
    "Aspettiamo la casa popolare"

    Padre, madre e due bambini non hanno trovato ancora una sistemazione. La loro abitazione è una vecchia Citroen parcheggiata vicino al centro storico

    di Claudia Brunetto


    Ogni giorno andare a riprenderli a scuola è una lotta. Giusy e Mario, di otto e sei anni, infatti, sono forse gli unici bambini che di tornare a casa quando suona la campanella non ne vogliono sapere. Sarà perché loro una vera casa non ce l'hanno. Da quattro anni vivono con i loro genitori in una vecchia Citroen, posteggiata in un anfratto di corso dei Mille. Daniele Amico e Maria Grazia Meschis aspettano una casa dal Comune. Sono al secondo posto della lista dell'emergenza abitativa, ma ancora per loro non si muove nulla. Lui è malato di leucemia. Lei fa la mamma a tempo pieno per accudire due bambini, anche loro malati.

    Mario affetto da una microcefalia e Giusy spesso in preda a crisi di pianto e ansia, in cura da uno psicologo. Il loro mondo è tutto in quell'auto. Due valigie nel bagagliaio con i vestiti per l'estate e per l'inverno. Qualche busta di latte per il più piccolo che praticamente non mangia altro. E coperte e cuscini per i mesi più rigidi. Ogni mattina prima di andare a scuola Maria Grazia Meschis lava i suoi figli con le salviette imbevute, poi li veste sul sedile posteriore dell'auto e prepara la colazione. Qualche sorso di latte bevuto direttamente dalla busta di cartone. Poi in autobus fino a scuola. Soldi non ce ne sono. Libri, quaderni e tutto quello che serve per studiare è stato acquistato per i bambini dalle stesse maestre.

    "Ci siamo rivolti alla Caritas - dice Maria Grazia Meschis - per qualche pasto caldo. Perché dei pacchi spesa non sappiamo cosa farcene dal momento che non possiamo cucinare. Oppure mangiamo scatolette di tonno o altra roba sempre in scatola. Anche i bambini. Quando ho la possibilità riempio bottiglie e bidoni di acqua e li tengo in auto per bere e lavare almeno le mani". La doccia è un lusso di una volta alla settimana quando qualche parente apre le porte di casa per accoglierli. Per andare in bagno, montano una piccola tenda fai-da-te accanto alla macchina, che in questo modo diventa una sorta di toilette al riparo da occhi indiscreti.

    "Prima avevamo un aiuto dai suoceri - dice la Meschis - oggi non possono fare più nulla per noi. Bussiamo alle porte di amici e parenti almeno per fare una doccia ogni tanto. Siamo disperati". Daniele Amico non si dà pace da quando ha perso il lavoro per colpa della sua malattia. "Lavoravo al bar Touring come fattorino - racconta Amico - poi mi sono ammalato. Adesso vago per la città per rimediare una paghetta quotidiana facendo qualsiasi cosa".


    (fonte; quotidiano "La Repubblica" edizione di Palermo del 15 gennaio 2011)
     
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  2. GaetaBis
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    Un fatto davvero raccapricciante.

    Mi chiedo se uno Stato Costituzionale, Europeo, può permettere ciò. Uno Stato che ha consegnato l'edilizia in mano a pochi palazzinari e che spreme il sociale fin quando può sulla scorta del Liberalismo e dell'economia concorrenziale assente di mano pubblica.

    Dove è finita l'edilizia popolare comunale?
    Il diritto alla casa è sacro e inviolabile. La cost prevede che il domicilio è inviolabile xk avevano capito che quelle 4 mura sono la base per una famiglia o per un soggetto di lanciarsi nel sociale e fare la sua felicità.

    Di quale felicità vogliamo parlare se ad oggi la metà degli italiani è in affitto? NON SI PUO' FARE BUSINNES SULLE SPALLE DI UN POPOLO! LA CASA E' PRIORITA' CHE VIENE ANCOR PRIMA DEL LAVORO!

    MA CI PENSATE CHE I COMMITTENTI EDILI SONO DELLE PERSONE COSTRUISCONO, CON L'AIUTO DELLO STATO, PER AFFITTARLE AD ALTRI SOGGETTI A QUALUNQUE PREZZO IN TEORIA! LO STATO SI LIMITA SOLO A QUALCHE NORMA SULLA SICUREZZA!

    MA CI PENSIAMO AL FATTO CHE SE QEUSTI 4 PALAZZINARI SI METTONO D'ACCORDO (SE NON LO SONO GIA) CI STROZZANO O CI MANDANO A DORMIRE TUTTI NELLE MACCHINE!

    CHI HA UNA CASA NON PUO' FARE DEL BUSINNES SU CHI LA CASA NON HA C'E' L'HA! IO LA PENSO COSI!

    Veramente indignato!

     
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  3. richardgasquet
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    CITAZIONE (GaetaBis @ 4/6/2011, 12:05) 
    Un fatto davvero raccapricciante.

    Mi chiedo se uno Stato Costituzionale, Europeo, può permettere ciò. Uno Stato che ha consegnato l'edilizia in mano a pochi palazzinari e che spreme il sociale fin quando può sulla scorta del Liberalismo e dell'economia concorrenziale assente di mano pubblica.

    Dove è finita l'edilizia popolare comunale?
    Il diritto alla casa è sacro e inviolabile. La cost prevede che il domicilio è inviolabile xk avevano capito che quelle 4 mura sono la base per una famiglia o per un soggetto di lanciarsi nel sociale e fare la sua felicità.

    Di quale felicità vogliamo parlare se ad oggi la metà degli italiani è in affitto? NON SI PUO' FARE BUSINNES SULLE SPALLE DI UN POPOLO! LA CASA E' PRIORITA' CHE VIENE ANCOR PRIMA DEL LAVORO!

    MA CI PENSATE CHE I COMMITTENTI EDILI SONO DELLE PERSONE COSTRUISCONO, CON L'AIUTO DELLO STATO, PER AFFITTARLE AD ALTRI SOGGETTI A QUALUNQUE PREZZO IN TEORIA! LO STATO SI LIMITA SOLO A QUALCHE NORMA SULLA SICUREZZA!

    MA CI PENSIAMO AL FATTO CHE SE QEUSTI 4 PALAZZINARI SI METTONO D'ACCORDO (SE NON LO SONO GIA) CI STROZZANO O CI MANDANO A DORMIRE TUTTI NELLE MACCHINE!

    CHI HA UNA CASA NON PUO' FARE DEL BUSINNES SU CHI LA CASA NON HA C'E' L'HA! IO LA PENSO COSI!

    Veramente indignato!

    per quel che mi riguarda le due parti che ho evidenziato contengono una contraddizione in termini. tu dici che la mano pubblica manca nel senso che il liberalismo viene lasciato al suo destino ai danni della società, poi però evidenzi come problema chiave del discorso un'eventuale situazione di mancanza di concorrenza che verrebbe a crearsi nel caso in cui gli oligopolisti si accordassero ai danni sella società. il fatto è che l'accordo fra gli oligopolisti è contro l'essenza stessa del liberalismo, che è imperniato innanzi tutto sulla concorrenza, più che sul rifiuto di intervento dello stato; proprio per questo io vedo come grande problema non tanto il liberalismo, quanto il lobbismo, cioè l'assoluta assenza dello stato nel momento il cui deve scardinare i monopoli per garantire la concorrenza, che non può che andare incontro al cittadino. poi è ovvio, a tutto questo si affianca un'assoluta mancanza di welfare da parte dello stato, che pure ci propone livelli di tassazione più alti dei paesi scandinavi "principi" del welfare. qui bisogna riformare proprio tutto, dalle fondamenta.
     
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  4. GaetaBis
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    Mi e vi chiedo:
    Qual'è la patria del liberalismo per eccellenza? Senza dubbio gli USA;
    Qual'è la patria del lobbismo (internet, farmaci, elettronica, alimentazione, etc) ? Bhè qui lascio intendere la risposta

    E' difficile nei macrosettori, come quello edilizio, riuscire ad avere concorrenza priva di lobbismo. Non si sta parlando di biscotti su cui ogni azienda produce il suo e + aziende ci sono più c'è concorrenza e meglio è! Qui si sta parlando di mettere su mercato un bene (la casa) che è basilare per la felicità di un popolo.

    Nell'edilizia o meglio nel "costruire per poi fittare" lo stato non può stare a guardare i privati che si "contendono" il mercato (magari, se lo spartiscono secondo me!).





     
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  5. richardgasquet
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    la patria del liberalismo per eccellenza è l'olanda, perchè liberalismo è un termine che si riferisce alle libertà e ai diritti dell'individuo. gli usa sono semmai la patria del liberismo economico, che però è un bene quando significa libera concorrenza, ed è un male quando significa, per l'appunto, spartizione del mercato. secondo me dev'essere aperto al mercato tutto ciò che può essere sottoposto alla libera concorrenza, che dev'essere per definizione "spietata", mentre dev'essere adeguatamente controllato dallo stato tutto ciò che può sfociare in monopolio od oligopolio (esempio: benissimo la liberalizzazione della telefonia, malissimo quella dell'acqua). il mercato immobiliare sicuramente non è apertissimo come tanti altri, però non vi si può neanche escludere completamente i privati e nazionalizzare tutto: l'idea dev'essere di proporre un'edilizia privata come già è presente oggi, e poi lo stato deve garantire ai meno abbienti un efficiente servizio di edilizia pubblica a prezzi accessibili; tutto questo, a mio avviso, prescinde dal liberismo o meno, ed è quello che viene attuato da tutti gli stati occidentali. non si può imputare al liberismo l'incapacità (o la non volontà) della classe politica odierna di garantire un welfare efficiente.
     
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4 replies since 16/4/2011, 15:35   113 views
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